Il musicista non è comprovato motivo di lavoro

La conferma a Dimitri Reali dei Ponzio Pilates
Dimitri Reali dei Ponzio Pilates è stato multato perché si stava recando a recuperare la sua strumentazione (in una sua abitazione tra l’altro) per poter svolgere il suo mestiere da casa.
Sentendosi anche dire da un carabiniere: “Il musicista lo si può fare per hobby” e “se non hai una busta paga o un’agenzia che attesta non sei un musicista”.
Voi che siete capaci fate bene…
Mi spiace scrivere rischiando di fare la figura del menga ma non vi rendete conto di cosa significhi fare serate e prendere a malapena €50 a testa, senza possibilità di sostenere una partita iva, senza un’assicurazione, senza un organo che tuteli i tuoi diritti, la maggior parte delle volte senza nemmeno compilare il borderò SIAE (perché i locali o pagano la SIAE o pagano te o falliscono). Da questi soldi dover scalare costi di trasporto, strumentazione e prove. Tutto questo stando in ballo a volte per un giorno intero per poter fare una serata.
In questi giorni si sentono Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Tiziano Ferro, Vasco Rossi e tanti altri fare appelli e post per chiedere al governo tutela per i loro eventi (mascherandosi dietro un “i lavoratori dello spettacolo”), dall’alto di un sistema in cui il 5% mangia la torta ed il 95% restante deve fare la guerra per le briciole (per prendere quei pochi euro, perché quando ti va di lusso arrivi a €100 di ripartizione semestrale SIAE).
€450 di multa la Pausini li recupera solo di diritti senza fare concerti mentre perdo tempo a scrivere questo post. Perché mentre fa gli slogan sui social e viene idolatrata dai fan, pur senza fare concerti prende centinaia di migliaia di euro (c’è chi, quando va male, ne prende milioni… “Voi che siete capaci fate bene / Aver le tasche piene e non solo i c*glioni”).
Quanto guadagna un musicista indipendente?
Un musicista indipendente quella cifra la guadagna con 3 o 4 mesi di concerti, se gli va bene. Per poi vedersi arrivare mail in cui “abbiamo preparato per gli under 30 dei kit di strumentazione gratuita” che ovviamente sono finiti, ad esempio.
Questo, purtroppo, nessuno lo sa, principalmente per colpa nostra: abbiamo passato tutto questo tempo a fare la guerra tra i poveri, a farci le scarpe (bucate) a vicenda.
Spero sia finalmente il moneto in cui i musicisti, per citare la Pausini “quelli che suonano nei bar delle vostre città il sabato sera e gli insegnanti di musica dei vostri figli”, si uniscano e facciano sentire la propria voce.
“Che lavoro fai?”
Capisco che la tentazione possa essere, leggendo quanto scrivo, quella di pensare: “Puoi sempre trovarti un altro mestiere…”.
Concordo.
Prima di fare questo ragionamento, invito a spegnere per sempre la radio, disinstallare Spotify, non aprire mai YouTube, non cercare conforto in una melodia quando le cose vanno male o saltare a ritmo quando si fa una festa. A quel punto ci si renderà conto di quanto la musica sia un lavoro più di quanto si possa pensare.
Abbiamo anche noi il diritto di poter essere messi nelle condizioni di svolgere il lavoro che abbiamo scelto e continuare a fare i sacrifici che, da anni, scegliamo di fare.
A costo di prendere multe.
A costo di essere presi in giro ai cenoni di Natale “uè rockstar!”.
A costo di cantare davanti alle sedie vuote con la stessa passione di quando, chiudendo gli occhi, si immagina di farlo davanti ad uno stadio pieno.
A costo di fare altro per potercelo permettere.
A costo di esserne felici ed orgogliosi.
“Ma s’io avessi previsto tutto questo
Francesco Guccini – L’Avvelenata
Dati causa e pretesto, forse farei lo stesso
Mi piace far canzoni e bere vino
Mi piace far casino, poi sono nato fesso
E quindi tiro avanti e non mi svesto
Dei panni che son solito portare
Ho tante cose ancora da raccontare
Per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto”.